Paesaggio della Valle del Vedeggio

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domenica 3 ottobre 2010

La povertà di un cantone: alcune riflessioni su San Maurizio di Bioggio

Sto integrando le foto nell'articolo di Wikipedia su San Maurizio di Bioggio.

Ho notato qualcosa di interessante e cioé che, nonostante l'importanza di una chiesa come quella di San Maurizio, si fosse fatto tutto con risparmio di denaro a testimonianza di un Ticino molto povero. Siamo alla fine del XVIII secolo.

Si nota, ad esempio, che l'architetto era un nativo di Bioggio, un certo Girolamo Grossi, che poi è diventato frate carmelitano e non ha più esercitato la professione di architetto, mentre le varie maestranze erano tutte locali. Gli stuccatori, Giovanni Battista Staffieri e Gerolamo Staffieri che sono padre e figlio, Giovanni Battista Soldati di Bioggio, Pietro Grossi e Andrea Rossi di Bioggio, i pittori, Antonio Barzaghi Cattaneo, Giuseppe Reina sono tutti di Bioggio o dei paesi vicini e le stesse tele di autori più importanti, come una Crocifissione e una Sacra Conversazione poste nelle due cappelle laterali, sono attribuibili rispettivamente a Giuseppe Antonio Petrini e a Simone Peterzano, che forse sono i pittori maggiori, ma non sono firmate da loro e vengono attribuite ad allievi di bottega, quasi a sottolineare un acquisto fatto a basso costo, come se si volesse avere qualcosa di importante ma non avere il denaro per pagarlo. Eppure sembrano essere tele precedenti alla costruzioni della chiesa, in sostituzione della vecchia chiesa di origine paleocristiana che, probabilmente, doveva essere ancora più povera.

Ancora oggi la chiesa ha una facciata stuccata e tutto il resto lasciato grezzo, con materiale a vista. Se poi si legge bene la storia si nota come il presbiterio sia stato completato solo dopo 100 anni con i dipinti ai lati (Assunzione della Vergine di Antonio Barzaghi Cattaneo e Immacolata Concezione di Emilio Maccagni).

Mi ha poi colpito il fatto che i marmi in realtà sono stati sostituiti da stucchi policromi e che forse l'unico marmo è il fonte battesimale fatto in marmo di Arzo e donato dal parroco di allora, don Domenico Staffieri.

Qui la foto eseguita da Mauro che è venuto con me durante la gita.


da notare che è tutto stucco, anche il pulpito.

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